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Lavoro venerdì 14 luglio 2017 ore 11:39

Boom di fallimenti e disoccupazione record

Il tasso di disoccupazione schizza al 16,6 per cento. Camera di commercio: "Un quadro allarmante che avvicina sempre più la provincia apuana al Sud"



MASSA — L’ultimo rapporto economia della Camera di Commercio di Massa Carrara e dell’istituto di studi e ricerche parla di una crescita a rilento.

"La sofferenza per le imprese e per l’occupazione non si è diluita - si legge in una nota della Camera di commercio- semmai è peggiorata nell’ultimo anno con il tasso di disoccupazione che è schizzato spaventosamente dal 12,2 per cento al 16,6 (83esimo posto davanti a tutte le principali provincie del Sud), al 48,9 per cento per i giovani tra i 15 ed i 29 anni. Il rapporto è stato presentato giovedì 13 luglio a Villa Schiff alla presenza di sindaci, rappresentanti delle associazioni di categoria ed imprenditori". 

"Il rapporto – analizzail presidente dell'ente camerale Dino Sodini – presenta più ombre che luci. L’attesa ripresa non si è concretizzata. Il sistema economico sta sprofondando nonostante i campanelli d’allarme siano stati prolungati e diffusi. Paghiamo la crisi internazionale e nazionale ma anche una incapacità del sistema territoriale di dare risposte. Tutti abbiamo delle colpe se questa è la situazione. Nessuno escluso”.

Male l’edilizia, una delle colonne portanti del sistema locale, ormai vicina al punto di rottura con 540 imprese chiuse in dieci anni, di cui 450 nella zona di costa, 3mila occupati in meno, mille nel solo ultimo anno. Boom anche dei fallimenti: + 41,7 per cento. "L’approvazione del piano urbanistico di Massa fermo al palo da un trentennio e del piano operativo comunale di Carrara – chiosa Sodini– non sono più rimandabili. Senza questi strumenti il settore è destinato a nuovi tracolli a livello occupazionale”.

In sofferenza l’artigianato (1 impresa su 4 è artigiana) che lascia sul campo 853 imprenditori in meno rispetto ad una decade fa (-10 per cento), 178 nel solo 2016. Si riducono ulteriormente anche le imprese artigiane attive con 871 unità in meno in dieci anni, 123 nell’anno passato (-2,2). In crisi anche il manifatturiero (-259 attività) con l’eccezione delle attività di riparazione e manutenzione macchinati, abbigliamento e industria alimentare e la metalmeccanica (-1) che si mantiene però in linea rispetto all’anno precedente. Gli unici segnali positivi dal mondo artigiano arrivano dai servizio a supporto delle imprese, comunicazione e informazione, assistenza sociale. In calo per il secondo anno consecutivo l’export (-9) e l’import (-3,9). Frena anche il lapideo con l’export (-4,9), marmo e granito lavorato (-2,7) e marmo grezzo (-9,6) nonostante le imprese del settore siano quelle che registrano utili record (circa 300mila euro, 7 volte maggiore rispetto a quello medio regionale). Stazionario il lapideo lavorato (+0,2). In difficoltà anche il turismo (-3,5) con 3,2milioni di presenze stanziali in meno dal 2000 (-36) di cui il 10 per cento in 12 mesi.

Le note positive arrivano dalla nautica (+9 per cento) ancora però in attesa di uno sbocco al mare (travel lift) grazie allo sblocco del leasing e del segmento del refitting e di risposte strutturali, dall’industria (+1,3 per cento di fatturato), dall’agricoltura che dimostra di essere il settore più in salute (+0,83) e a trazione giovanile, dal porto dopo l’ingresso di Grendi (+35), dal commercio al dettaglio (+0,4) spinto dalla media grande distribuzione (+2,4). Continua il fenomeno della destrutturazione del settore con la trasformazione o migrazione dalle attività tradizionali e fisse a quelle ambulanti. “Rispetto a 6 anni fa ha letteralmente cambiato pelle, destrutturandosi sempre più, lasciando sul terreno 275 attività al dettaglio fisso (-8 per cento), ma acquisendo oltre 200 attività ambulanti (+2 per cento): un fenomeno- commenta l'ente camerale- imputabile anche all’emersione delle attività gestite da stranieri”.

Infine il credito. Le imprese apuo-lunigianesi continuano a pagare il denaro salato rispetto alle imprese delle Toscana, superiore di ben 10 punti sulle operazioni a revoca e del 5,9 per tutte le altre operazioni. “Il credito si è bloccato anche per le imprese medio grandi – ha spiegato Sodini – mentre continua la sofferenza prolungata per le piccole”.


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