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Politica lunedì 28 novembre 2016 ore 09:56

"La presenza dei Comuni nell'Anci è critica"

E' l'allarme lanciato nella lettera del sindaco di Zeri al presidente dell'Anci Decaro, dove esprime le difficoltà che hanno i piccoli Comuni



ZERI — Egidio Pedrini, sindaco di Zeri che combatte sempre per i diritti del suo piccolo Comune, ha scritto una lettera al presidente dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani Antonio Decaro, all'interno della quale i Comuni di tutto il paese sono costretti a 'sopravvivere', ormai ridotti all'osso delle loro possibilità, soprattutto economiche.

"Fare il Sindaco in un piccolo Comune di montagna - recita la lettera di Pedrini - è un'esperienza bellissima, nonostante quello che quotidianamente un sindaco deve subire, privato, come è, degli strumenti primari per svolgere la propria funzione. Inoltre, non ci si può esimere dal registrare un'azione di ANCI che non va certamente nella direzione della difesa dei piccoli Comuni e per di più quelli marginali e di montagna: norme sempre più confuse, adempimenti sempre più stringenti, finanze sempre più carenti. Sottrazione continua di risorse finanziarie ed umane e di trasferimenti."

"Fare il Sindaco, - prosegue - soprattutto di un piccolo Comune, è anche difficile ma questo lo sapevamo fin dal momento in cui ci siamo prestati a farlo. Negli ultimi anni lo è ancora di più. Lo è per colpa del 'fuoco amico' da parte dello Stato, che si dimentica che i Comuni sono, come lo Stato stesso, soggetti che la Costituzione, quella attualmente in vigore, riconosce come articolazione primaria e struttura portante della Repubblica."

Quindi fa un passaggio su quanto, secondo lui, lo Stato e le Regioni stiano, in realtà, facendo di tutto per eliminare i piccoli Comuni.

"Occorre smettere di essere passivi rispetto alle scelte dello Stato e delle Regioni che rischiano di ucciderci come comunità con obblighi fuori luogo come quello delle Unioni obbligatorie, degli ATO, delle Aree Vaste, di Consorzi, di società monopolistiche, che spesso causano effetti opposti, aggravi di spesa pubblica, maggiori esborsi a carico dei cittadini soprattutto per quelli più deboli con tagli di uffici postali, con riduzione di orari della guardia medica, con esproprio di acquedotti, con gestione privatistica dell'acqua."

Ovviamente non manca il riferimento al referendum: "La proposta di riforma costituzionale che viene sottoposta al referendum del 4 dicembre 2016 peggiora le cose ispirandosi ad un nuovo centralismo. E pertanto dobbiamo votare NO."

Infine, conclude concentrandosi proprio sulle funzioni di Anci che: "deve dare, per prima, l’esempio riducendo i costi delle proprie strutture centrali e periferiche per evitare che continui ad essere, ingiustamente, un costo per i Comuni associati. Credo che non sia giusto. Una famiglia in difficoltà non 'tassa' i propri componenti. ANCI dovrebbe essere vicina ai Comuni sposando una visione autonomistica dello Stato e non un'impostazione centralistica. Noi comunque stiamo costatando che diventa sempre più critica la presenza all'interno dell'ANCI. "


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