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Attualità domenica 18 dicembre 2016 ore 10:21

Lettera di protesta di un giovane agricoltore

Davide Spediacci

Davide Spediacci è un ragazzo di ventitré anni che di mestiere fa il contadino ma la sua azienda agricola è stata scartata dal piano di finanziamento



AULLA — Così ha deciso di scrivere ai giornali esprimendo la sua delusione per non essere rientrato nel Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020 della Regione Toscana, nonostante coltivi da ben cinque generazioni il rinomatissimo fagiolo di Bigliolo.

"Mi chiamo Davide Spediacci e ho ventitré anni. Sono residente a Bigliolo, nel Comune di Aulla, e sono diplomato geometra. Ho dovuto interrompere la mia carriera scolastica per cause di forza maggiore e ora sono dipendente di un'azienda del settore alimentare. Il mio sogno è quello di aprire la mia azienda agricola in Lunigiana, ma non mi è stato dato il permesso di farlo in quanto la mia domanda al bando riservato ai giovani agricoltori è stata respinta."

"E' chiaro - riprende Spediacci - che questo è un sistema che non funziona e che non tutela quelli che dovrebbero essere i veri beneficiari del bando creando, invece, una corsa all'oro per tutti. Questi bandi nascono per finanziare e aiutare le aziende agricole che si impegnano nella cura del territorio, come la mia famiglia fa da generazioni portando avanti un'azienda frutto di passione, conoscenza e amore per questa terra. La nostra è una delle più produttive nella realtà lunigianese e si estende da Bigliolo ai paesi limitrofi. Abbiamo recuperato terreni abbandonati e incolti da anni intervenendo anche sulla prevenzione del dissesto idrogeologico e i nostri prodotti sono di qualità, come il noto fagiolo di Bigliolo. 

Per mantenere la produzione, la biodiversità, il paesaggio, le tradizioni e le strutture ci vogliono non solo volontà e coraggio ma anche capitali da investire per superare tutti i problemi presenti nei processi produttivi e che permettano il salto di qualità attraverso attrezzature nuove e moderne.

La mia rabbia e indignazione nascono dal fatto che in un anno sono stati finanziati 120 milioni di euro per i giovani agricoltori ma a me è stato negato tutto. Mi sono trovato a competere in un bando con persone che non appartengono in nessun modo a questo mondo, con regole e caratteristiche ben lontane dalle esigenze vere di questo settore, ma sembrano reimpostate proprio per aiutare questi ultimi.

Come si possono finanziare con soldi pubblici agricoli case e piscine? Forse io non avevo abbastanza reddito, forse mio padre non è un noto politico o non ho tessere di partito per meritare tale contributo! Questo Paese ha bisogno di meritocrazia e giustizia, ha bisogno di una politica e un'amministrazione onesta che lavori per tutti e non per pochi; e soprattutto deve far tornare i giovani a sognare e a poter realizzare i propri sogni. 

Un ringraziamento speciale va a mio padre che mi ha trasmesso la passione per la terra, per le tradizioni e per l’agricoltura, e che ora è la persona che soffre di più vedendo la delusione nei miei occhi."


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